Posto sopra l’abitato di Vigo Lomaso, il castello giocò un ruolo chiave per il controllo del territorio circostante, a guardia dell’intera piana del Lomaso.
La prima menzione diretta relativa a Castel Spine risale al 1276, tuttavia prima di quest’epoca la fortificazione è nota con il nome di "Castel Comendone" e come tale se ne conserva memoria già dal 1205.
Sorto vicino all’abitato di Vigo Lomaso, il castello gioca un ruolo chiave per il controllo del territorio circostante; posto a guardia dell’intera Piana del Lomaso, era una postazione di osservazione della strada che conduceva fino a Stenico e altresì di quella che, attraverso il passo del Ballino, portava fino alla Gardesana.
Nel 1205 Castel Spine, difesa comunitaria dei villaggi della zona, viene venduto dagli stessi abitanti, da tempo minacciati dall’aggressività dei nobili vicini da Campo; gli abitanti decidono di rivolgersi quindi ad un protettore, cedendo il loro castello a Odorico d’Arco, già rivale dei da Campo. Così l'antico castelliere, chiamato Comendone, da castello/recinto divenne la punta avanzata delle mire espansionistiche degli Arco nelle Giudicarie.
Durante i molti anni di guerra fra le due famiglie per l’egemonia territoriale Castel Spine viene più volte distrutto e riedificato. Quanto noi vediamo è quindi il risultato degli ultimi adattamenti che risalgono alla metà del '400, con ulteriori modifiche del '500, allorquando, raggiunto l'equilibrio politico, il castello diviene residenza di caccia.
Nel XVI secolo (già trasformato in casino di caccia) e nel corso dei secoli successivi la struttura viene messa a dura prova da svariati eventi naturali: nel 1673 un terremoto provoca gravi crolli e due secoli dopo, nel 1933, il castello viene danneggiato da un incendio; alla metà del secolo scorso infine si verificano due consistenti crolli.
Tutto ciò, insieme alla plurisecolare incuria, è stato causa dello stato rovinoso in cui oggi il castello si presenta.
Ciò che si è conservato è ascrivibile alla fase quattrocentesca: si tratta di una fortificazione la cui tipologia non risulta molto comune in ambito trentino grazie alla sua peculiare funzione originaria di difesa comunitaria. Organizzato secondo uno schema pentagonale a forma di ferro di cavallo, racchiude attorno a un cortile quelle che dovevano essere con ogni probabilità tre case torri, una delle quali si presenta ancora oggi nella sua integrità. Attorno al nucleo residenziale fortificato, senza che vi siano distinzioni tra funzione abitativa e funzione militare, rimangono le tracce di una triplice cortina muraria, ridotta oggi ad un insieme di muretti di contenimento degli orti circostanti.
Il castello godeva di un'ottima posizione strategica e tutt'ora gode di una vista spettacolare su gran parte della vallata. Controlla dall'alto tutta la Piana del Lomaso, è un ottimo punto di osservazione sia verso nord e verso Castel Stenico, che verso sud e verso il Passo del Ballino, che conduce all'Alto Garda. Con l'altro caposaldo degli Arco, Castel Restor, la famiglia poteva circondare i Da Campo. Gli Arco, fedeli all'imperatore, inevitabilmente erano perennemente in guerra con i Da Campo, fedeli al Principe Vescovo, anche qualora la fedeltà delle due famiglie si invertisse, ma sempre rispettando rigorosamente l'appartenenza a campi avversi.