SPLENDIDO BORGO MEDIEVALE A POCA DISTANZA DAL LAGO DI TENNO, TRA LE DOLOMITI DI BRENTA E IL LAGO DI GARDA
Suggestivo e affascinante mantiene inalterato il fascino dei borghi medievali antichi, Canale racconta di tempi lontani e di paesaggi modellati dalle linee degli antichi terrazzamenti. E proprio i terrazzamenti agricoli, che hanno contraddistinto la valle del Tennese modificandone il paesaggio, esistono oggi come nei secoli scorsi ed hanno influenzato la costruzione di villaggi contadini fortificati, non solo a scopo difensivo, ma soprattutto per risparmiare i terreni coltivabili.
Arroccato su un pendìo, Canale è un autentico pezzo di Medioevo (se ne ha notizia dal 1211) del Trentino, sopravvissuto intatto fino ai nostri giorni. Guarda dall'alto il Lago di Garda ed è inserito nell'elenco dei Borghi più belli d’Italia. Abbandonato per secoli e caduto nell'oblìo, è tornato a vivere negli anni Sessanta grazie all'iniziativa del pittore torinese Giacomo Vittone (Pictor Domenicus), che restaurò una vecchia casa rustica, Casa degli Artisti, nel rispetto assoluto dell'architettura rurale, mettendola a disposizione degli artisti desiderosi di un luogo di ispirazione.
Il nome Canale sembra derivi dalla ricchezza di acque presenti nel luogo in cui fu edificato nel Medioevo.
La vecchia strada che si percorre per accedere al borgo è quella del Doss dei Cavai, dove si possono ancora notare sul selciato le impronte delle ruote dei carri.
E passeggiare è il nostro consiglio per vivere e conoscere questo piccolo borgo, a maggior ragione quando non hai altra possibilità, perchè Canale lo puoi visitare solo a piedi.
Passeggiando tra le sue viuzze ti trovi immerso nel pieno Medioevo, tempo che da sempre stimola l'immaginazione di tutti, affascinati da storie di castelli, re, cavalieri e servitori. Qui l'immagine del "servo della gleba" ricompare all'occhio del visitatore attraverso la sua opera intelligente e tenace: un nodo di massicce abitazioni unite fra loro in un susseguirsi di vòlti, androni, arcate, travature, ballatoi affumicati dal tempo e sassi che rappresentano il ricordo di una comunità contadina sconfitta dalla peste. Paradossalmente, l'integrità del borgo è dipesa quasi esclusivamente dal dramma e dalla sfortuna degli antichi abitanti, costretti dalle diverse epidemie di peste (del 1348, del 1512 e del 1630) ad abbandonare tutto per poter sopravvivere.
Il suo aspetto medievale, nel grigio delle pietra calcarea, si è conservato splendidamente nel tempo, sia nei caratteristici edifici che nella struttura delle strade selciate, che insieme formano una struttura fortificata. Quattro sono le vie di accesso, che corrispondono ai quattro punti cardinali, dal Lago di Tenno a nord, da Calvola a est, da Pastoedo a sud, da S. Antonio ad ovest e tutti gli accessi sono passaggi obbligati in androni o "porteghi" di difficile percorrenza, costruiti a scopo difensivo.
Nel centro, si trova la pittoresca piazzetta, dalla quale si sviluppa a ellisse il villaggio, articolandosi, poi, su numerose stradine. Ai margini delle quali, gli edifici sono addossati l'uno all'altro senza soluzione di continuità e mantengono evidenti caratteristiche architettoniche alpine. Sono piuttosto alte, con tetto a due falde ricoperto di coppi con "pontesei" e scale esterne. Avevano ordinariamente una pietra scavata per la conservazione dell'olio d'oliva (tinel) e un'aia esterna di grandi lastre di pietra calcarea (era). Il piano terra assumeva la funzione di stalla, i piani intermedi avevano lo scopo di abitazione e il sottotetto fungeva da fienile e deposito.
Tutto ciò che ti circonda è permeato da un'atmosfera magica e romantica, ma la sua storia è fatta di povertà, precarietà e solidarietà. È una solidarietà dalle radici antiche, che unisce gli abitanti di Canale, Calvola, Pastoedo e S. Antonio nella "Vicinia Granda" delle Ville del Monte. Un'istituzione nata per amministrare i beni delle famiglie estinte per le frequenti pestilenze, una gestione democratica e solidale retta da regole consuetudinarie di un patrimonio indiviso, perchè il precario equilibrio tra demografia e risorse non venisse alterato. Gli introiti derivanti dal patrimonio dei "morti" servivano per tutta la comunità e per rispettare antiche usanze tutte incentrate sulla Pasqua. Nella storia dei documenti la Vicina si radunava nella via pubblica "in loco Extrambevie" per decidere nella regola (assemblea) sulla gestione del patrimonio collettivo. Strambevie è il termine toponomastico che sta per "inter ambas vias", cioè tra entrambe le vie per Canale, Calvola, Pastoedo e S. Antonio.
È per ricordare questa realtà che i "nuovi vicini" dai vecchi cognomi hanno deciso di creare l'area attrezzata alle Strambevie, frutto di lavoro di artisti e persone che non vogliono lasciar cadere lo spirito e gli intenti di intere generazioni di laboriosi montanari.
Ecco perchè Canale racconta di un passato importante, lo fa rivivere, svelandolo passo dopo passo. Può apparire misterioso, ma sempre carico di suggestioni e sicuramente emozionante.
PS: Due sono le manifestazioni da non perdere assolutamente.
Nel periodo natalizio si svolge un coloratissimo e suggestivo Mercatino di Natale. Il suggestivo borgo medievale di Canale di Tenno appare ancora più magico, perché tra i pittoreschi vicoli che sembrano arrampicarsi sui pendii delle montagne, si aprono i portoni dei cortili e le porte delle cantine per un mercatino di Natale dalla bellezza straordinaria.
A Ferragosto viene organizzato Rustico Medioevo (sottotitolato "momenti di storia, cultura e folclore"), una spettacolare rievocazione storica con teatro di strada, musiche e balli medievali, esibizioni circensi, proposte gastronomiche, mostre didattiche con il recupero degli antichi mestieri artigianali.