Il toponimo Rango deriva dal celtico “randa” ovvero “limite” ed è dovuto alla posizione di Rango al limite ultimo dell'altipiano del Bleggio, prima del valico del Durone.
Un susseguirsi di vicoli sotto le grandi case, addossate une alle altre, loggiati e bui androni danno a Rango un assetto urbanistico molto compatto, quasi un paese fortificato, dove la corte interna è sostituita da una bellissima piazza con la grande fontana in granito. Una grande vasca quadrata dove un tempo gli animali si abbeveravano, che serviva anche per spegnere gli incendi o come lavatoio attorno al quale le donne si riunivano per lavare i panni prima della campana della prima messa.
Curioso dettaglio, che ancora sopravvive alla modernità, il "camin revèrs", un camino volutamente chiuso verso l'alto e collocato sulla facciata sopra quella che era la finestra della cucina, per difendere il tetto di paglia e le sovrastrutture lignee da eventuali incendi, considerato che le cucine avevano focolare aperto.
Un magico pugno di case sapientemente conservate lasciate in eredità con la fame, la miseria, le penose condizioni di vita, la stessa emigrazione stagionale per secoli da migliaia di persone che qui sono nate, morte e dimenticate. Ma, paradossalmente, è proprio quel pugno di case che mantiene ben vivo il ricordo dell'esistenza delle innumerevoli generazioni di gente umile e laboriosa.
A Balbido ogni casa, attraverso un murales, racconta una storia.
Infatti, l'aspetto rurale del paese è vivacizzato dalla presenza di numerosi murales (Balbido fa parte dell’AssiPaD, Associazione Italiana Paesi Dipinti), dipinti sulle facciate delle case nel corso degli anni (dal 1987) da vari artisti e raffiguranti scene di vita quotidiana legate alla storia e alle tradizioni dei paesi, affreschi d’autore voluti a testimonianza artistica e culturale delle fatiche e dei modi di vita dei secoli scorsi. La natura nella sua essenzialità, la fatica dei campi, i sogni ed i sentimenti più caldi e appassionati si ritrovano in queste opere.
I rappresentanti del Gruppo itinerante murales naïf e i vari artisti che sono intervenuti sulle facciate delle case di Balbido, hanno dato vita ad un'accattivante e vivace rappresentazione del mondo dei secoli scorsi e dei suoi umili protagonisti: il moleta, lo spazzacamino, il cavrer, le lavandaie, il calièr, la mugnaia, il postino, il Bepi careter, il careghèta, tra leggende delle streghe (che non possono mancare!), lunghi racconti della nonna, colori della primavera e corse dei cavalli.
Balbido è situato all’imbocco della Val Marcia, ritenuta dalla tradizione luogo di rifugio delle streghe, considerate responsabili delle calamità naturali che spesso si abbattevano sulla zona. Le strie, come vengono chiamate da queste parti, streghe benevole, ma dispettose e indisponenti, erano occupate a gettare sassi contro le ruote dei carri colmi di legna dei contadini che rientravano dalla Val Marcia o a procurare disastri naturali che si abbattevano sulla zona. Ecco perché, appena fuori dal paese, verso la Val Marcia, a circa un chilometro, ancora oggi si trovano le “cros”, cinque croci in ferro che formano, sul terreno, una grande croce orientata coi piedi verso la valle e la punta verso il Bleggio. Furono realizzate nel 1600, nella tradizione popolare, proprio per far sì che le strie dispettose sbattessero il loro naso adunco contro di esse e rimanessero rintanate nel profondo della valle.
"Difati dent a le cròs, le zinc cròs le gh'è amò e le strie no le gh'è pù!!!"
Tanto è forte il legame del Bleggio e di Balbido con la leggenda delle strie, che uno dei murales che hanno reso famoso il borgo dipinto del Bleggio, è proprio dedicato alle streghe della Val Marcia, eseguito nel 1987 dall’artista Franco Mora.
Riecheggiano ancora le parole in taròn, gergo furbesco proprio degli emigranti..." Paus, paus la raspenta la stanzià l'albarìn sula spingarda, el sciufa, el sbodia, el sbadia?!?!".
Ogni murales narra la sua storia alle nuove generazioni, ai quali, non avendolo vissuto e solo vagamente riportato, il vecchio mondo rurale sembra frutto della fantasia degli anziani. La miseria, lo stato di perenne necessità d'allora sembrano oggi appartenere ad epoche remote ed invece sulla scala temporale sono appena un passo dietro a noi.
Da più di venti anni, Balbido, ospita anche il Simposio di Scultura Lignea coinvolgendo abili artigiani nella realizzazione di opere ispirate a un tema ogni anno deciso dall’organizzazione, partendo da un tronco di legno grezzo: molte di esse, permanenti, sono sparse tra piazze e vicoli dei due borghi.
Insomma per concludere, "paese che vai, usanza che trovi!".
Il Mercatino di Natale del borgo contadino di Rango di Bleggio offre la possibilità di vivere la magia più autentica del Natale in Trentino, avvolti in un'atmosfera unica. Qui i Mercatini di Natale sono ambientati nelle vecchie case contadine, eccezionalmente aperte per l’occasione. Nelle cantine, nelle vecchie stalle, nei portici e nelle soffitte si incontrano bancarelle colme di prodotti tipici locali e delle meraviglie dell’artigianato locale. Ma anche osterie dove gustare piatti tipici e le migliori specialità gastronomica della tradizione contadina trentina.