La fortezza di San Martino, apparentemente cancellata dalla natura per molti secoli, domina dall'alto tutte le Giudicarie Esteriori da più di millecinquecento anni, vigilando sul territorio e sulle sue genti.
È facile comprendere l'importanza strategica che aveva questa fortezza occupando una balconata, dalla quale poteva controllare tutta la valle, in particolare gli antichi distretti pievani del Banale, Bleggio e Lomaso e le principali vie d'accesso all'Alto Garda.
Oggi, i ruderi della fortezza sono splendide testimonianze che ci aiutano a comprendere lo stile di vita di un passato che non smetterà mai di stimolare l'immaginazione di tutti, affascinati dalle leggendarie battaglie condotte a suon di spade e scudi e da eroici cavalieri con corazza lamellare e lance.
Il sito archeologico del Monte San Martino nel Lomaso costituisce una delle più vaste e imponenti testimonianze fortificate delle Alpi. Posto su uno sperone di roccia (980 m. s.l.m.) sul Monte Casale tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta e sepolto dalla vegetazione, che ne ha gelosamente custodito i resti fino a una decina di anni fa, è un insediamento ampio più di 17.000 mq, predisposto al tramonto dell’impero romano per fermare le incursioni dei “barbari”. Fondato dai Goti tra il 430 e il 480 circa, per motivi strategico-militari, è un’oasi di verde e di tranquillità, che dalla sommità della chiesetta romanica (985 m.), domina un gran tratto della vallata con una suggestiva vista panoramica.
Il percorso per salire a SMaLL, acronimo di Monte San Martino Lundo Lomaso, che, di per sé, già il nome sembrerebbe impegnativo, segue la strada forestale per la Malga di Vigo, segnavia SAT 425. Una bellissima camminata che si snoda dal paese di Lundo, attraverso le faggete secolari del Monte Casale, porta alla scoperta di un luogo ricco di storia e di indiscutibile bellezza. Proprio la stessa strada percorsa attraverso i secoli da soldati, pellegrini, viandanti, mercanti e pastori.
Beh! Siamo pronti, si parte dalla piazza del borgo di Lundo. Il primo tratto del percorso è rilassante, un saliscendi tranquillo attraverso la faggeta, che se in primavera ci investe con il suo straordinario verde brillante, in estate ristora con l’ombra delle rigogliose fronde e in autunno ci sorprende con le sue sfumature calde e romantiche . Ma singolarmente, è proprio l’autunno il più rumoroso, lo scricchiolio delle tantissime foglie di faggio calpestate ad ogni passo accompagna durante tutto il cammino, quasi fosse una vera e propria sinfonia della natura.
Attenti però! Il tratto ripido è in agguato e sorprende all’improvviso. Dopo il bivio con la forestale che sale da San Silvestro/Vigo, cominciano la salita e gli smolleri, salite lastricate di cemento, che spezzano il fiato e le gambe. Due piccoli ripiani interrompono la salita, quello del “Pian dei Fò” a 750 m. di quota e quello della “Cross”, dove una piccola sosta è d’obbligo. A lato si trova uno spuntone di roccia, dove è infisso un crocifisso e da questo punto si gode di una spettacolare vista sulla vallata. Il paesaggio sembra cambiare al cambiare del dislivello, quasi che il riflesso del sole abbia il potere di modificarne oltre che i colori anche le forme.
Da qui inizia una ripida salita, su strada lastricata, lungo un avallamento percorso dal rio detto “El foss de San Martin”, poco dopo si può imboccare il sentiero sulla destra oltre il fosso, che raggiunge la fortezza dal lato nord e si inoltra nel fitto bosco di faggi e abeti. (Altrimenti si può proseguire sulla forestale fino al prato e alla "Casòta del Gino", dove sulla destra si imbocca il sentiero segnalato).
La fortezza ormai è vicina, si intravedono le pietre bianche delle mura tra il verde delle foglie e dell’erba e infatti, superato uno stretto passaggio obbligato, chiamato "Porta di San Martino", si cominciano a vedere i basamenti di un primo edificio, forse di guardiania. Superato il varco carraio di transito rinserrato tra due grossi monoliti di granito, a destra si alzano i ruderi della cinta muraria interna, che da questo punto, sostenuta da solidi contrafforti rampanti, prosegue ininterrotta fino a circondare l'intera sommità. Varcata la porta pedonale sud con soglia in pietra, l'interno si estende per circa un ettaro con i resti di una serie di fabbricati testimoniati da allineamenti di pietre, resti murari e superfici di roccia scalpellata. Più a monte si elevano i muri di una torre di avvistamento, integrata nella cinta.
L'ondulata superficie interna è attraversata da una strada sterrata che porta all'entrata nord della fortezza (porta carraia a doppio fornice), ai lati è delimatata da cave di pietra e un tempo interessata da costruzioni in legno con funzioni abitative e di magazzino. L'attraversamento può far supporre che la fortezza assumesse il ruolo di una sorta di tagliata stradale antica, per poter esigere il pagamento di pedaggi di transito dai pastori con le greggi che risalivano ai pascoli per la transumanza o dai mercanti che si spostavano sul Garda per Passo San Giovanni.
L'area a nord, direttamente sugli strapiombi, era costituita da un'ampia e articolata costruzione destinata a residenza di prestigio, a monte della quale si trovava probabilmente il magazzino/granaio, che si estendeva fino alla cinta muraria su piani di roccia livellata. Da questo punto delle mura la vista spazia su tutta la vallata, una meravigliosa visione d’insieme, dal Monte Misone al Monte Cogorna, dal Monte San Martino del Bleggio alle Dolomiti di Brenta con le strade dei valichi, il Passo Ballino e il Passo Durone, il scendere dolce dei versanti ammantati dai boschi e puntaggiati dai piccoli borghi fino alla piana del Lomaso e del Bleggio, con il loro bellissimo aspetto a bocage. Uno spettacolo unico!
Dall'alto della sommità dominano i ruderi dell'oratorio di San Martino, un edificio antichissimo con un evoluzione complessa, la cui dedicazione a Martino, vescovo di Tours, risale ai Franchi di Carlo Magno. Sarà l'unica parte della fortezza che riuscirà a sopravvivere attraverso i secoli come "chiesa di strada". A frequentarla sono i pellegrini, i viandanti e i pastori richiamati dalle reliquie che essa conserva, fonte di devozione e protezione. L'edificio, ignorato fino al 1537, risale al V secolo, fu modificato nel Medioevo, quando gli venne conferita l'attuale struttura romanica.
Alla fondazione dell'oratorio, nel IV secolo, risalgono alcune tombe (7 tra uomini adulti di età non superiore ai 40/45 anni e ragazzi) deposte tra il 530 e il 620 sia all'interno che all'esterno vicino alle mura. Dall'esame antropologico, gli individui senza parentela fra di loro, erano caratterizzati da una corporatura robusta e in salute, senza patologie o deficit nutrizionali, quindi appartenenti all'aristocrazia o a un élite militare, molto probabilmente comandanti alla fortezza e qui sepolti a memoria perpetua.
Sempre sulla sommità, in posizione discosta dalla chiesetta, si trova un altro fabbricato di due stanze contigue addossato alle mura, servito per uso abitativo/residenziale.
A frequentare il monte San Martino sono poche persone, probabilmente dei funzionari dell’apparato militare e civili con specifici incarichi assegnati dall’autorità gota e poi longobarda. Assenti, sono invece i segni di genere femminile o famigliare in senso lato.
Come si può immaginare attorno ad ogni fortezza che si rispetti, c'era la vita delle persone del posto, che si svolgeva necessariamente nei paesi della vallata. Dove si coltivavano le terre, si facevano scambi commerciali, ma dove spesso si svolgevano cruente battaglie dovute ai tentativi di conquista o di passaggio da parte dei drappelli nemici. Si consumavano insomma le gioie ed i dolori di un'epoca dalla quale nasce il nostro tempo odierno. Ma, comunque, proprio alla popolazione doveva far riferimento la fortezza, posta al di sopra delle terre coltivabili e quindi priva di risorse autonome, per vivere e mantenersi. Era rifornita con costanti e regolari vettovagliamenti dall'esterno, acquistati o acquisiti a titolo di imposta.
“…A Martino è consacrata. Pellegrini, viandanti, spie e mercanti,
soldati e pastori l’hanno cercata, trovando il passaggio tra i monti.
E sopravvive, solitaria e perenne come la roccia con cui è stata costruita.
I fondatori, qui sono rimasti. E la fortezza racconta…”
Maura Pettorusso
La passeggiata alla fortezza è un’esperienza emozionante con un panorama mozzafiato che lascerà a bocca aperta: da qui è possibile osservare tutta la vallata circostante e pensare che da quello stesso punto, centinaia di anni prima, le sentinelle lanciavano l’allarme non appena avvistavano le truppe nemiche. Ogni sasso delle mura è uno scrigno di ricordi senza tempo, testimone dell'esistenza di un'antica fortezza, che fino ad una decina di anni fa sopravviveva solo nelle leggende. Visitare questo luogo è un salto nel passato, quando il Medioevo era il tempo presente e la vita si svolgeva accompagnata dal clangore delle spade e dal ritmo degli zoccoli dei cavalli.
Ma è anche ripercorrere la storia della gente che vivevano qui e che attraverso i secoli, ha avuto un punto di riferimento nella chiesetta di San Martino, dai pastori che risalivano per la transumanza ai viandanti che trovavano rifugio lungo il cammino, ai pellegrini e fedeli che invocavano la protezione divina agli irredentisti e ai partigiani che vi si nascondevano. Pensate che fin quassù, ancora negli anni '60 del 1900, arrivava il percorso delle rogazioni (processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni) del Lomaso.
In realtà SMaLL non è solo un importante sito archeologico, ma è soprattutto una suggestiva fusione tra panorama, realtà storiche e tradizioni contadine.
DATI TECNICI
• Punto di partenza: piazza di Lundo;
• Punto di arrivo: Monte San Martino 1.117 m. s.l.m.
• Tempistiche: 2:40 ore a piedi (andata/ritorno)
• Lunghezza: 7,1 km
• Dislivello: 264 m
• Segnavia: sentiero SAT 465
• Difficoltà: facile
• Periodo consigliato: dalla tarda primavera fino a tardo autunno
CONSIGLI PRATICI:
- l’escursione è un giro adatto a tutti, anche ai bambini, purchè abituati a camminare e al contatto con la natura;
- obbligatorio, come in tutte le escursioni in montagna, l’utilizzo di scarpe da trekking impermeabili e con suola scolpita;
- vestitevi sempre a cipolla: anche se il tempo è bello, potrebbe cambiare repentinamente;
- portatevi un’adeguata scorta di acqua e qualche snack;
- informatevi sempre, prima di partire, delle condizioni meteo e informate qualcuno della vostra uscita.