La Val d'Ambiez è una netta in incisione, con andamento nord-sud, che s'interna nella catena meridionale del Gruppo dolomitico di Brenta fino allo spettacolare anfiteatro a meridione del Massiccio della Cima Tosa.
La mulattiera che dall'imbocco raggiunge il Rifugio Al Cacciatore (1820 m.), nella parte alta della vallata, supera un dislivello di circa 1000 m. L'anfiteatro naturale che si apre appena sopra, tra le formidabili pareti del massiccio della Cima Tosa, è forse il più spettacolare e grandioso dell'intero Gruppo Brenta.
E' percorsa dal torrente Ambiéz che nasce dalla vedretta omonima ed è affluente di sinistra del Sarca. Elevati monti la delimitano: ad est Cima Ghez, ad ovest Col Alto o La Crona (m 2324), Corno di Senaso (m 2855), le Tose (m 2863), a nord Cima Prato Fiorito (m 2900), Cima d'Avola (m 2888), Cima d'Ambiéz (m 3102); a nord: Dos de le Saete (m 2246), Cima Ghez (m 2713), Cima Ceda (m 2760) fino alla Cima Tosa (m 3173).
La valle, interamente composta da rocce calcaree e dolomitiche, evidenzia nel suo paesaggio la chiara origine glaciale; a questa si è poi sovrapposta l'azione erosiva del torrente, che ha scavato in profondità conferendo al solco vallivo il classico profilo trasversale a "V", particolarmente angusto nel suo tratto inferiore.
Tra i 600 m di Baesa e i 3173 m della Cima Tosa si può osservare un’incredibile varietà di ambienti che assicura una ricchissima biodiversità. Il toponimo Ambièz sembra derivi da Ambo, in celtico buon pascolo e Biez, il canale per l’acqua dei molini sul Rio Ambièz.
Da San Lorenzo in Banale, raggiunto il Ristoro Dolomiti (divieto di proseguire con mezzi propri), la valle si presenta profondamente incisa dalle acque del Rio Ambiez e incassata tra ripide pareti. Oltre il Ponte Paride, la valle si apre sull’alpeggio di Malga Prato di Sotto e sul Rifugio Cacciatore 1820 m; fra le praterie del Palò, dopo malga Prato di sotto (m 1655), ha inizio l'anfiteatro più bello delle Dolomiti di Brenta. La cappellina reca un affresco (S. Uberto) di Oncké. La mulattiera prosegue panoramica per malga Prato di sopra m 1880, la Busa dei malgari, la Busa di Prato, fino ai piedi della grande parete di Cima d’Ambièz, dove troviamo il Rifugio SAT Silvio Agostini a 2410 m. Qui si ammira in tutta la sua imponenza lo spettacolare circo di pareti che chiude l’alta valle. : punto di partenza e di arrivo delle più classiche traversate e ascensioni nel Gruppo di Brenta, tra cui la Tosa, m 3173, cima più alta.
Nelle vicinanze la caratteristica cappella con affreschi di Dario Wolt.
Interessante l'itinerario della Strada ferrata della Bocca due Denti, m 2859 (vedretta di Prato Fiorito) per il rifugio XII Apostoli.
L’escursionista che si trova a passare dal Rifugio Cacciatore, non dovrebbe lasciarsi sfuggire quello che viene chiamato localmente "Cimitero dei Fossili". Le rocce, che portano evidenti i segni dell'erosina aperta del grande libro geologico della Dolomiti. Custodiscono, infatti, un ricchissimo giacimento di fossili di organismi marini appartenenti a specie ormai estinte, che sono vissuti nel periodo Retico inferiore, quindi circa 210-205 milioni di anni fa. Tra i fossili prevalgono i Megalodonti, che erano molluschi bivalvi lamellibranchi. Nel "Cimitero" sono perfettamente leggibili i segni bianchi a forma di cuore dei gusci, che rendono evidenti le grandi dimensioni degli antichi molluschi.
I fossili di Megalodonti, diffusi nelle rocce di varie zone del Brenta, per la loro somiglianza alle impronte di zoccoli venivano chiamati "Piedi del Diavolo", ritenendo che fossero stati impressi dagli zoccoli caprini del demonio nel corso dei "sabba" notturni.
In alternativa, raggiunta la località Baesa, prendete il sentiero che sale verso i prati di Dengolo, con i masi e gli alpeggi della Val di Jon (SAT 342).